La Juve torna al lavoro. Obiettivo: rialzarsi

Certo, sentire la leggerezza di Diego che dall’alto del suo meno 6 si permette paragoni con l’Inter che paiono, oggi e dopo Bari, Bordeaux, Bayern e Cagliari frutto del raggio laser del San Nicola fa immediatamente rabbia, a pelle. Specie riflettendo sul fatto che Camoranesi s’è rotto di brutto, che Buffon è un progetto per il 2010 e Chiellini e Sissoko pure. Però oggi si torna al lavoro e da qualche parte si deve pur ricominciare: nulla convince di questa Juve, ma il segnale (anche beffardo) piovuto dal weekend è che il fondo non lo si è toccato. Visto che il Milan s’è piantato e riscopre problemi; che l’Inter ha allungato di nulla ma soprattutto sembra incrinarsi attorno al nervosismo di Mourinho e alle voci di un futuro del Mou lontano da Appiano. Per questo, quasi per forza d’inerzia, viene da scommettere sul probabile: che Melo si liberi nel 2010 dalla fama di Bidone d’Oro, appena conquistata a furor di popolo; che Diego, oltre che a dotte disquisizioni si dedichi di più al suo risorgimento; che Amauri progetti per sè un futuro all’altezza del passato; che la difesa riemerga dalle fughe mistiche dalla realtà di Legrottaglie e dalle fughe dalla realtà e basta di Cannavaro. Se, poi, dovesse persino riemergere un qualcosa che assomigli a Del Piero, quello che salvò Ranieri lo scorso autunno, allora… Si potrebbe pure sperare. Di certo, con enorme sforzo e pazienza infinita i tifosi juventini forse sono ancora disposti a cantare il refrain di Pappalardo: ricominciamo? Con Ferrara, con o senza Secco, con o senza i dissidi tra il tecnico e i brasiliani, con o senza un dg vero e non il triadico Blanc a capo di tutto. Ricominciamo? Lo domandiamo alla Juve, se ne ha la forza.

Fonte: Tutto Sport di  Alvaro Moretti