Il tecnico avverte: «Sulla carta è una delle avversarie più difficili che dobbiamo affrontare. Hanno valori importanti, e un organico che può andare dal terzo al sesto posto. Avranno anche grando motivazioni»
«Io come Reja? Vediamo, io sto bene a Napoli, ci sono tanti stimoli. Ma vivo sempre alla giornata. Facendo così si può restare a lungo». Domani il Napoli di Mazzarri affronta la Lazio dell’ex Edy Reja, e l’attuale tecnico degli azzurri non esclude di restare a lungo sotto il Vesuvio, così come fatto dal suo predecessore.
OSTACOLO LAZIO – Sentimenti a parte, però, c’è da pensare a una sfida che si annuncia difficile. «Reja ha sentimenti nei confronti del Napoli, ma al fischio d’inizio saremo avversari -spiega Mazzarri- . La Lazio rappresenta un ostacolo importantissimo. Sulla carta è una delle avversarie più difficili che dobbiamo affrontare. Hanno valori importanti, e un organico che può andare dal terzo al sesto posto. Avranno anche grando motivazioni perché devono fare punti per la salvezza».
LA SFIDA – Mazzarri analizza la sfida dell’Olimpico: «A centrocampo ci sarà un bel duello, Gargano e Pazienza stanno bene. Sarà importante anche la prestazione di Hamsik che dovrà essere decisivo anche in fase di non possesso. Al di là dei moduli, comunque, conta l’interpretazione dei giocatori in campo». Con la Lazio con ogni probabilità il tecnico riproporrà la stessa formazione che ha battuto il Catania, anche perché «Squadra che tiene il campo in un certo modo, non si cambia». Mazzarri non pensa al possibile record di punti sotto la presidenza De Laurentiis: «I conti li facciamo alla fine. Facciamo la corsa soltanto su noi stessi per ottenere il massimo».
IL RAMMARICO – Con la Lazio il Napoli non potrà contare sul sostegno dei suoi tifosi. «Dispiace tanto. Sarebbe importante avere il loro sostegno. E’ un peccato che il gesto di pochi abbia gettato discredito su un’intera tifoseria -conclude Mazzarri-. Un regalo? Lo meritano. Ma non mi fate dire niente, sapete cosa offrirei. Noi vogliamo le stesse cose della nostra gente».
Fonte: Corriere dello Sport
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