Calcio Italiano Napoli, col Genoa per sé e per Donadoni

Napoli, col Genoa per sé e per Donadoni

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Caccia al successo fuori casa per far dimenticare al tecnico l’esonero


DonadoniAspetta il rientro dei nazionali per spiegare meglio quale Napoli vorrebbe a Geno­va. Intanto, Donadoni ha già cominciato a sug­gerire a quelli che ha disposizione come com­portarsi nelle due fasi di gioco. Ripartenze mi­rate, chiusure tempestive, rispet­to delle posizioni in campo e soc­corso immediato al compagno che si viene a trovare in inferiorità. Se non è un imperativo quello di Donadoni, poco manca: a Genova, il Napoli dovrà invertire la ten­denza, provare a sfatare il tabù trasferta, cominciare a raccoglie­re quello che semina. E’ da circa un anno che gli azzurri non rie­scono a compiere un exploit lonta­no dal San Paolo. C’era ancora Reja in panchina quando gli az­zurri il 26 ottobre espugnarono l’Olimpico sponda-Lazio al termi­ne di uno spunto rabbioso di La­vezzi. Da allora, una serie inter­minabili di sconfitte e con l’av­vento di Donadoni appena tre miseri pareggi. Nello studio audiovisivo dell’allenatore, alle­stito in uno degli uffici di Castelvolturno, gli hanno recapitato il dvd della gara giocata dal Napoli a Genova lo scorso campionato. « Mister, la guardi, fu una delle partite più bel­le che purtroppo perdemmo per una serie di episodi » . Donadoni la vedrà, forse l’avrà già vista, e poi trarrà le proprie conclusioni.

CAMBIAMENTI IN VISTA – Di sicuro il Napoli attuale è di gran lunga più attrezzato sotto il profilo tecnico di quello dello scorso campionato. Ma dovrà ancora perfezio­nare certi meccanismi, migliorare sotto il pro­filo della tenuta, credere di più nei propri mez­zi. E in tal senso stanno lavorando l’allenatore e i suoi collaboratori, tra cui il grande ex Mario Bortolazzi. Qualcosa cambierà in vista di Ge­noa. Soprattutto nell’atteggiamento mentale, nella lettura tattica della partita, nell’attenzio­ne ad ogni singola fase di gioco, che si passiva o di attacco. Genova è la prima di cinque trasferte mozza­fiato. Dopo ci saranno l’Inter, la Roma, la Fio­rentina, la Juve. Per diventare squadra compe­titiva per le prime posizioni di classifica, occorre quindi darsi da fare soprattutto fuori casa. E qua­le banco di prova più indicativo che non la formazione di Gasperi­ni, sfrontata e spietata quando gioca al Ferraris? Ecco, dunque, il monito di Do­nadoni allo spogliatoio: non basta giocar bene fuori casa come a Pa­lermo se poi alle prime difficoltà si presta il fianco all’avversario in maniera così ingenua; non basta dominare nel primo tempo per poi disunirsi alla distanza. L’allenatore del Napoli, che tie­ne più di tutti a fare risultato a Genova dove venne esonerato do­po appena tre gare in serie B, in­voca intelligenza, elasticità mentale, disponibi­lità al sacrificio.

Fonte: Corriere dello Sport di Rino Cesarano
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