La reazione del suo staff
È turbato. Lavezzi è molto turbato. Ha saputo e letto, tramite internet, delle esternazioni di De Laurentiis e si è chiuso in se stesso. «Il Pocho non parla, per ora. Non vale neanche la pena rispondere al presidente» ha commentato Alejandro Mazzoni, uno degli agenti di Lavezzi, che giammai poteva prevedere una presa di posizione così dura da parte di De Laurentiis. Accuse gravi. Pesanti. Di vita sregolata tra alcool e donnine. E neanche l’amichevole di beneficenza disputata a Santa Fè l’altra sera, poco dopo quelle frecciate del patron della Filmauro, tra “Los amigos di Pupi Zanetti” e “Los amigos di Maxi Rodriguez” è servita a rasserenarlo. Lavezzi ha giocato al fianco di Messi, Maxi Rodriguez dell’Atletico Madrid, Walter Samuel e German Denis. Hanno vinto loro per sei a quattro. Il Pocho è andato anche a bersaglio, insieme con Denis, ma a malapena ha gioito. Anche perché la tifoseria dei Newell’s è ostile a quella del San Lorenzo dove aveva militato l’attaccante di Villa Gobernador Galvez ed a tratti l’ha anche fischiato.
ALL’ANGOLO – Ora Lavezzi si sente come un pugile stretto nell’angolo dall’avversario. Non sa più come uscirne. Altro che godersi in pace le vacanze come aveva auspicato Pierpaolo Marino. Il Pocho, tra l’altro, non è neanche più sicuro della stima dei tifosi della curva che esposero le scritte, “Il Pocho non si tocca”, “Giù le mani dal Pocho” durante l’ultima partita di campionato. «Nessuno aveva mai affermato che il giocatore non si sarebbe presentato in ritiro» dichiarano adesso i suoi procuratori. Un mezzo dietrofront. Ma lo strappo da ricucire è ampio. E difficilmente potrà rimarginarsi, perlomeno in tempi brevi.
Fonte: Corriere dello Sport di Rino Cesarano
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