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Tifo Viola: Non ci saranno più le “frustate” di Ciuffi: Addio Mario, sommo pontefice

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E’ morto Mario Ciuffi, il più noto e amato fra i tifosi viola, per decenni protagonista assoluto dei programmi sportivi di TVR (durante i quali dispensava le sue celebri “frustate”) e “gran cerimoniere” alla presentazione ufficiale di giocatori e allenatori della Fiorentina (era lui che li accoglieva mettendogli una sciarpa viola intorno al collo in segno di benvenuto). Ciuffi, 78 anni, è scomparso per l’improvviso aggravarsi della malattia cardiaca che lo aveva costretto al ricovero in ospedale lo scorso dicembre.

ciuffiSimbolo personificato della passione sportiva, quella sana, il “sommo pontefice dei tifosi viola” (come amava definirsi) ricordava, per la sua pungente ironia, lo spessore umano e la viscerale (ma leale) anti-juventinità (memorabile il suo siparietto alla Rai quando “scandalizzò” Antonella Clerici parlando degli scudetti “rubati” dalla Juve) un altro grande supertifoso, quel Giuseppe Prisco che, come lui, si è guadagnato un posto d’onore nell’olimpo degli uomini di sport.

IL COMUNICATO DELLA FIORENTINA – La Proprietà, la Dirigenza e tutte le squadre dell’ACF Fiorentina si uniscono al dolore della famiglia Ciuffi per la scomparsa di Mario. Mario Ciuffi non era solo un tifoso, era soprattutto un grande amico della squadra viola. Siamo sicuri che da lassù continuerà a seguire le vicende della sua amata Fiorentina. Ciao Mario.

Molto sentito il ricordo di Cesare Prandelli (allenatore della squadra viola dal 2005 al 2010): “Oggi ho perso il primo amico che ho avuto a Firenze. Poi ne sono venuti migliaia, ma Mario Ciuffi è stato il primo. Arrivai in sala stampa e un signore sorridente ed esuberante mi mise al collo una sciarpa con su scritto “Viola Club Fantechi Bar Marisa – Università del calcio” e mi disse: “Benvenuto! Sono il sommo pontefice. Ti s’aspettava”. Da quel giorno il nostro è stato un rapporto formidabile, pieno di tanti sentimenti. La sua arguzia e la sua conoscenza del calcio, ci permetteva di parlarne con apparente leggerezza e allegria, ma in fondo eravamo seri perché la passione è una cosa seria. Mario ha sempre incarnato per me il prototipo del fiorentino, del tifoso nel senso più pieno del termine. Simili a Mario ce ne sono tanti a Firenze, ma lui era unico nel manifestare il suo profondo amore per la Fiorentina, cosa che ci ha accomunato e legato profondamente.

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